Saluto Rettore entrante
lourdes coazze
Carissimi fedeli affezionati alla nostra Madre Maria Immacolata venerata nel nostro “Santuario grotta di Lourdes” di Forno di Coazze,
sono contento di rivolgermi a voi con il primo saluto come nuovo rettore del nostro Santuario.
Per alcuni di voi non sono nuovo, ma conosciuto da tanti anni perché la maggior parte del mio tempo di riposo e di ricarica umana e spirituale dalle fatiche dell’apostolato l’ho passato proprio al Forno.
Carissimi amici e discepoli di don Viotti, cresciuti spiritualmente all’ombra della sua fede e del suo amore veramente umano, cristiano e apostolico.
Sono stato amico grande di don Viotti, onorato di essere da lui considerato tale, fratello nel sacerdozio e compagno di tanti momenti di preghiera, di dialogo, di serena convivenza con lui.
Con Lui ho condiviso momenti belli e momenti faticosi, fino a quelli in cui la vita fisica si è divisa per la sua morte; ma non quella spirituale, intima e profonda, che continua a mantenere legati vicendevolmente noi discepoli del Risorto.
La stessa amicizia mi lega con le Mamme con le quali abbiamo vissuto momenti sereni e carichi di amicizia e di preghiera. Stessa amicizia che, pur in tempo breve, si è creata con le Suore Missionarie di Maria Ausiliatrice, che da alcuni anni stanno collaborando con cuore e calore, con generosità e spirito di sacrificio, a mantenere e ravvivare questa nostra realtà umana e di fede.
In questo elenco è scivolato per ultimo don Maurizio: ma ultimo proprio non è, ci lega stima, fraternità, schietta e spontanea amicizia. A Lui va il nostro grandissimo grazie per la competenza, generosità e abnegazione con cui ha seguito e servito il nostro Santuario. E con lui tutti i rettori precedenti: Don Piero Delbosco, Don Dino Morando, Don Francesco Pairetto.
Ecco: è una premessa un po’ lunga, ma utile per inquadrare le nostre persone in questo momento concreto della storia che il buon Dio ci dà da vivere.
Fratelli cari: io ho settantacinque anni e mezzo. Non so quanto il Signore mi darà ancora da vivere e fin quando mi conserverà le forze che oggi ho, ma le voglio mettere volentieri e tutte al servizio di Dio in questa piccola porzione di Chiesa che è il Santuario e la Casa di Spiritualità del Forno.
Per il Forno ho già trovato affiancato don Nino Bergesio e, in genere, anche i sacerdoti di Giaveno, nel limite del loro possibile, in quanto la loro realtà è già ampiamente esigente! Come sapete sono anche rettore del santuario della Consolata di Torino. Il vescovo, che mi ha chiesto di seguire questi due santuari, mi ha affiancato per Torino due vicerettori, uno addetto maggiormente all’economia e alla organizzazione del Convitto, l’altro maggiormente addetto alla liturgia e all’organizzazione delle confessioni.
Qual è la grande forza su cui fare affidamento?
* C’è la forza più profonda, importante, essenziale: è la Grazia del Signore Gesù, che se ci chiede un impegno ce lo rende possibile con il suo aiuto. Grazia da non attendere passivamente, ma da ottenere con la preghiera costante, fedele, profonda.
* Ma c’è, e ci deve essere, la nostra collaborazione, non solo di noi sacerdoti e suore, ma di tutti voi fedeli: in ogni campo, sia quello spirituale di animazione, di fede e di preghiera sia in quello materiale, strutturale, organizzativo. Ecco il campo aperto del Volontariato che è la realtà pastorale e operativa del futuro!
Ho trovato già presenti e operanti un primo nucleo di ottimi e generosissimi collaboratori volontari, che ringrazio già per il lavoro preciso e attento di questi ultimi tempi, e ai quali ho chiesto di continuare perché sono il primo nerbo portante del Santuario con il nostro buon Renato. Ma è necessario allargare il numero di chi offre la sua collaborazione volontaria, per arrivare a coprire tutte le esigenze da quelle più spirituali quali l’aiuto per la liturgia e la preghiera, l’accoglienza dei pellegrini, ecc…., a quelle più materiali e organizzative come la cura del verde, dei fiori, delle piante (autentico patrimonio del nostro Santuario!), la pulizia della casa e dell’ambiente esterno, le piccole rotture e manutenzioni spicciole, ecc… ognuno secondo la propensione che ha, o le competenze, capacità, ecc…
Concludo questa mia lunga lettera: grazie che mi avete letto. Al di là delle collaborazioni di cui sopra ce n’è una che tutti possiamo dare, ed è la preghiera. Papa Francesco non si stanca di chiedere a chiunque incontra “…e non dimenticatevi di pregare per me”. La stessa cosa chiedo io, per me e per questo nuovo cammino appena iniziato. Cammineremo così con il Signore Gesù accompagnati dalla Sua Madre L’Immacolata. E Loro cammineranno con noi.
Buon Cammino a tutti e … A presto.
Don Michele Olivero rettore